La casa di Pier Paolo Pasolini rimane alla città di Roma grazie al produttore cinematografico Pietro Valsecchi, che ha acquistato l’immobile all’asta. Il sindaco Roberto Gualtieri ha annunciato martedì pomeriggio che la casa sarà donata al Comune, ringraziando Valsecchi per il gesto d’amore verso la città e il grande intellettuale Pasolini, proprio in occasione del centenario della sua nascita.
La notizia che la casa romana del poeta, situata in via Giovanni Tagliere 3, sarebbe stata venduta all’asta, aveva suscitato rabbia e indignazione. Già da dicembre dell’anno scorso, le realtà sociali del territorio avevano iniziato a mobilitarsi, anche attraverso assemblee pubbliche, per opporsi alla vendita. L’obiettivo di cittadini e comitati era trasformare il piccolo appartamento di Rebibbia – dove Pasolini visse nei primi anni ’50 con sua madre – in un museo diffuso.
Tra le proposte politiche, sia municipali che comunali, emerse dopo la prima asta andata deserta, vi era l’idea di destinare l’immobile all’accoglienza di studiosi che si occupano di temi legati alla periferia e al pensiero pasoliniano. Tuttavia, perché questo fosse possibile, la casa avrebbe dovuto far parte del patrimonio di Roma Capitale. È stato Pietro Valsecchi a cambiare positivamente la situazione, acquistando il bilocale di via Tagliere all’asta e annunciando l’intenzione di donarlo alla città, sollevando il Comune dalla spesa.
Gli abitanti di Rebibbia e dei dintorni sono sempre stati legati a questo luogo, che evoca il passato romano del poeta. Pasolini vi abitò durante gli anni in cui insegnava in una scuola di Ciampino e iniziò a lavorare ai protagonisti di ‘Ragazzi di vita’.
“Desidero ringraziare Pietro Valsecchi per la sua decisione di acquistare la casa di Pasolini e donarla al Comune. Appena entreremo in possesso dell’immobile, lavoreremo per farne un luogo della memoria di quel grande scrittore che è stato Pier Paolo Pasolini,” ha aggiunto l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor.