I sette colli e la nascita di Roma (753 a.C.)
Narra la leggenda che la nascita di Roma si debba a Romolo e Remo, i due gemelli figli di Rea Silvia e del dio Marte, abbandonati e allattati da una lupa e infine adottati dal pastore Faustolo e dalla moglie Acca Larentia. Una volta cresciuti, i gemelli decisero di fondare una città: per stabilire chi dovesse governare, si affidarono alla volontà degli dei, attraverso il volo degli uccelli augurali. Dall’Aventino, Remo vide sei avvoltoi, mentre Romolo, dal Palatino, ne avvistò dodici, diventando il primo Re di Roma nel 753 a.C.
Dal Palatino, la città si sarebbe estesa sui sette colli che tutti conosciamo: Palatino, Aventino, Campidoglio, Quirinale, Viminale, Esquilino e Celio.
Il biondo Tevere
Così veniva chiamato il dio fiume nei componimenti poetici dell’antica Roma, un dio al quale si doveva rispetto e amore. Ma il Tevere era soprattutto una vera e propria “strada sull’acqua”, lungo la quale si svilupparono sin dall’epoca romana grandi porti, definitivamente demoliti nella seconda metà dell’Ottocento con la costruzione dei muraglioni per liberare la città dalle continue inondazioni.
Ai nostri giorni, quel contatto diretto con il fiume si è ormai perso: rimangono però l’amore e il rispetto, la consapevolezza del suo ruolo fondamentale nella nascita e nello sviluppo della città. Per non parlare degli scorci di incredibile bellezza che ci regala dai tanti storici ponti, come Ponte Sisto, Ponte Sant’Angelo o Ponte Fabricio.