CARBONARA: IL GIALLO DELLA TRADIZIONE ROMANA

La carbonara non è solo un piatto: è un’icona. Simbolo della romanità e delle sue infinite discussioni a tavola, rappresenta la semplicità geniale della cucina capitolina. Un pugno di ingredienti, una manciata di minuti, e la magia prende vita in un piatto che unisce intere generazioni, in Italia e nel mondo. Ma dietro ogni forchettata di spaghetti c’è una storia di tradizioni, passioni e qualche “battibecco” sulle varianti ammesse.

Ingredienti

  • 400 g di spaghetti
  • 150 g di guanciale
  • 4 tuorli d’uovo
  • 80 g di pecorino romano
  • Sale e pepe nero q.b.

Procedura

  1. Taglia il guanciale a listarelle di circa un centimetro.
  2. Metti a bollire l’acqua per la pasta. Salala poco perché il condimento sarà già molto sapido.
  3. Rosola il guanciale in una padella antiaderente, senza aggiungere olio: dovrà diventare dorato e croccante, ma non bruciare. Spegni e tieni da parte.
  4. Sbatti i tuorli in una ciotola, aggiungi il pecorino romano grattugiato e abbondante pepe nero. Mescola fino a ottenere una crema densa.
  5. Cuoci la pasta molto al dente, scolala e trasferiscila nella padella con il guanciale (fuoco spento), mescolando per insaporire.
  6. Aggiungi la crema di uova e pecorino lontano dal fuoco (il calore della pasta basterà a “cuocere” le uova senza strapazzarle).
  7. Manteca bene, aggiungi eventualmente un cucchiaio di acqua di cottura per rendere il tutto più cremoso.
  8. Servi subito con un’ulteriore spolverata di pecorino e pepe.

La Storia

La Carbonara è una delle ricette più amate e dibattute della cucina romana. Le sue origini sono avvolte nel mistero: alcuni la fanno risalire ai carbonai dell’Appennino, altri all’arrivo delle truppe alleate a Roma nel 1944, che portarono con sé bacon e uova in polvere. La ricetta odierna però ha ormai delle regole ferree: niente panna, niente cipolla, solo uova, guanciale e pecorino.

Curiosità

L’errore più comune? Usare la pancetta al posto del guanciale o aggiungere panna per una consistenza più cremosa. Per i puristi è un sacrilegio! Un altro segreto: il pepe va macinato fresco al momento e abbondante, per esaltare i sapori.

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