Dal 19 al 24 settembre 2023
TEATRO VITTORIA – Piazza di S Maria Liberatrice, 10
Come erano gli spettacoli del passato? Quali le miserie e il fascino del teatro di un tempo? Come risuonavano le voci? E i gesti? Come si svolgevano le prove? Quale energia si sprigionava in quelle sale illuminate a candele o a gas, quando il teatro era un centro vibrante della vita sociale, culturale e politica delle comunità? In queste ed altre appassionate domande, è racchiuso il senso di questo lavoro, ispirato a studi, saggi, documenti, biografie, autobiografie e lettere di gente di teatro. Come archeologi tra le rovine usiamo gli strumenti del teatro, medium che apre spazio e tempo, per evocare frammenti di un’arte tra le più fragili e tenaci e ritrovarne il battito. La notte di Capodanno, in un teatro abbandonato – che assomiglia a quello che anni fa riaprimmo con l’aiuto di molti – due attori senza nome e senza successo, innamorati del loro mestiere pur essendo solo due ‘comparsoni’ tra centinaia di altri, rimangono stregati. Immaginano di sentire i bisbigli e i sussurri di chi passò prima di loro. Alcuni antenati appaiono e se ne vanno, altri si fermano. Artiste e artisti di ieri, parte di una comunità girovaga e vitale dai molti volti, idealisti, cialtroni, coraggiosi, appassionati, capaci di rinnovare la loro arte ad ogni generazione, di aggirare ogni censura, di vincere ogni difficoltà, ci conducono per mano tra camerini e palcoscenici dei teatri tra Ottocento e Novecento. Intravediamo personaggi famosi e dimenticati, primi attori, primedonne, servette, generici, portaceste, suggeritori, sentiamo la violenza della prima guerra mondiale che chiuse i teatri e ne cambiò il volto, fino ad arrivare alle sfavillanti e amare luci del varietà e a coloro che per primi hanno fatto il salto verso il cinema. Entriamo in un mondo dove il legame tra il pubblico e la gente di teatro è forte, dove si illuminano le antiche radici di un patto. Lo spettacolo si inscrive in un disegno che comprende le drammaturgie originali La pazzia di Isabella – vita e morte dei Comici Gelosi, Non sentire il male – dedicato a Eleonora Duse, Bimba – inseguendo Betti e Pasolini, Parola di principe e A colpi d’ascia tratta dal libro omonimo di Thomas Bernhard per arrivare alle ricerche Archivio vivo e All’antica italiana, progetti e spettacoli rivolti allo studio, alla documentazione e al racconto della storia delle arti a partire dalle testimonianze degli stessi artisti; un racconto dal vivo dove arti e saperi possano intrecciarsi. Cerchiamo suono, immagini e incanto di un patrimonio della tradizione che dimostra intatta la sua sovversiva e rivoluzionaria vitalità.
È immensa la folla di coloro che non riusciamo a nominare, che non riusciamo ad incarnare, ma sentiamo il loro respiro, il sogno, l’azzardo e ne traiamo forza per cantare nel buio.
Ispirato alle opere Il teatro all’antica italiana di Sergio Tofano detto Sto, Antologia del grande attore di Vito Pandolfi e Follie del varietà a cura di Stefano De Matteis, Martina Lombardi, Marilea Somarè e ad autobiografie, biografie, epistolari di gente di teatro
da un’idea di Elena Bucci
drammaturgia, scene, costumi, interpretazione e regia di Elena Bucci e Marco Sgrosso
drammaturgia sonora e cura del suono Raffaele Bassetti
disegno luci Max Mugnai
assistente all’allestimento Nicoletta Fabbri
produzione Le Belle Bandiere e Centro Teatrale Bresciano
con il sostegno di Regione Emilia Romagna
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival / Campania Teatro Festival
** BIGLIETTI IN PROMOZIONE A PARTIRE DA 15€ / PLATEA **
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